Poesie
di Letizia Dimartino
Potrei sfiorarti
perdere la calma
non aver controllo
sono una signora senza
niente, che ha ceduto gli anni
che piange e strepita
con strati di parole da asciugare
per mangiare userebbe le mani
per dormire compra certi sogni colorati
e poi parla con te, che ascolti calmo
infine gridi. Come turbo le ore e i momenti:
ho anni da inghiottire, dici,
ma tu non sei dentro il mio fegato
nel centro del mio cuore
fra un muscolo e l'altro,
nel foro dello stomaco
tu, tu, sei l'orecchio, il timpano,
gola e lingua,e ogni secondo
della vita che non avrei voluto mai.
Le gambe non conosci
né i piedi che hanno scarpe
per non attraversare paesi,
di certe mattine non vorresti il pianto
quelle lacrime sconsiderate
che potrebbero piegarti
non farci caso, dimentica
riesci a darmi le mani
rimangono solo loro
per fermare il senso che difficile
mi assale, e trova lo sgomento.
Anche di notte, sarei da sola
questa ferita, lo slargo che divide
queste parole soppesate
le scuse che ti chiedo
tutto, mio caro, perdo
le dita ad imbrattare
col sangue del mio corpo
un muro che troppo bianco
s' arrende
Ed era una corsa
bisognava inventare i passi
dire che tutto succedeva
che gambe e braccia e cuore
insieme celavano per lasciare
il posto a quel che fosti
e nel silenzio, nel ritmo inverso
tacemmo e forse per sempre.
Perché tu per primo
decidesti, la marcia si era conclusa
lasciando la riga del pianto
sul volto che vecchio non freme.
Non scalerò pensieri né montagne
non guarderò indietro
estenuata, ti lascerò parlare
perché qualcosa di me
resti.
Qui fra le carte finisce
l'ombra di un viso che non hai
ed io che voglio
io che cerco fra le sillabe
il sorriso immobile
avrei dunque le mani carezzate
e invece tutto dura lo spazio
di un giorno che sosta
nella sola tua mente
perché non possiedo il pensiero
quello che di te fa nascere
e oggi che allontano
tu, vile di cuore, con tatto
con parole che dovrei amare
abbassi il capo e niente dai
perché cambi, ancora e ancora.
Di questo corpo avvolto nel vestito
che spiegazzato sembra dormire
di questi capelli scomposti
hai forse pena, ma spingo
e vado là dove non sai
perché resterò sola
della tua corsa rimarrà
il pianto, occhi che chiudo
nella notte nervosa
hai tutto di me
cosa vorresti, adesso?
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