Sono Francesca Bonucci, insegno in una scuola elementare del quartiere san Lorenzo a Roma da quasi 15 anni.
Sono laureata in Pedagogia e, prima di insegnare nella scuola, ho lavorato per cinque anni all'Università con l'assegno di ricerca del Dottorato.
Ho quindi conseguito Il Dottorato in Filosofia. Ma insieme all' attestato di Dottorato ho maturato l'idea e il sentimento che il mondo dell'Università non fosse fatto per me: l'ambiente che vi respiravo era troppo competitivo, formale, mediato dai termini stessi della Filosofia, con cui i miei amici e colleghi argomentavano le loro tesi durante i ristretti seminari dedicati alle nostre ricerche.
Dal momento che avevo vinto il concorso per entrare nella scuola primaria, proprio nei giorni della tesi di Dottorato venni chiamata a operare come maestra.
Non ebbi dubbi e scelsi un mondo completamente opposto: passai dai concetti astratti all' esprimermi il più concretamente possibile e a spiegare ciò che a volte nella lingua italiana si dà per scontato; i bambini, difficili o sereni sono immediati, sinceri, diretti...
L'aspetto dell'autenticità è quanto nella mia professione mi appassiona di più: io credo che alla base del mio e di qualunque insegnamento ci sia sempre la costruzione di un rapporto con l'altro che passa attraverso se stessi in modo molto essenziale e profondo. Così mi sono ritrovata e mi ritrovo, in un confronto continuo e diretto, a volte anche doloroso, con i bambini e con me stessa, a mettere in discussione le mie certezze acquisite, per rispondere alle loro domande che poi diventavano le mie. E così ho scoperto che la didattica elementare, elementare non è.
Devo dire che i bambini mi fanno crescere, rivivendo quanto della mia infanzia era rimasto nel non detto, mi "nutrono" con la loro allegria e i loro bisogni, tirando fuori , le parti migliori di me. Per esempio il mio senso dell'umorismo e, quando ridono con me, mi sento davvero realizzata in questo lavoro.
Si, perchè molti sono i bambini che vedo soffrire: emarginati, svantaggiati, soli, in miseria, sbattuti tra famiglie divise, eppure sempre con una risorsa iinaspettata.
Nel mio lavoro imparo, ogni giorno; i testi dei bambini sono ricchi di spunti di riflessione... alcuni fin troppo per la loro età.
"Maestra, tu ci fai sempre ridere, dovevi fare l'attrice comica".
Questa è stata la frase più meravigliosa che mi sia stata detta a conferma del mio lavoro. Il giorno che non saprò più ridere di me con loro sarà giusto che io lasci la scuola.
Nonostante i pesanti tagli che stanno provando duramente la scuola pubblica, continuo ad amare il mio lavoro e a divertirmi. Anche se è un vero tormento conoscere in cuor mio quali sono le rinunce alle esperienze significative che gli alunni avrebbero potuto fare senza questi tagli ingiusti.
Spero che le loro poesie, i loro testi e i loro disegni che troverete in questa stanza, possano piacervi e invitarvi a pensare.