Letteratura, pittura e scultura: quasi cent’anni e non sentirli!


Letteratura, pittura e scultura: quasi cent’anni e non sentirli!

Aldo Trucco, il Ligabue della provincia di Imperia

Non sempre invecchiare rende più deboli. Anzi. E non succede solo al buon vino. Aldo Trucco, quasdi alla soglia dei cent'anni, ci dimostra come l'arte serve a restare giovani arricchendosi con la saggezza regalata dal tempo e dalla ricerca interiore.


aldoDiano Borello è una frazione del comune di Diano Arentino, comune che si trova nell’immediato entroterra del Golfo Dianese, nella provincia di Imperia. Qui c’è una casa candida decorata con migliaia di piastrelline bianche e azzurre e il viandante si chiede: chi ci abiterà?  Arabi, greci, orientali, artisti tedeschi o norvegesi, tutti eclettici personaggi stranieri che popolano da anni queste belle vallate? Nulla di tutto ciò. L’arcano è presto rivelato: qui dimora Aldo Trucco, novantotto anni, novantanove il prossimo mese di agosto, e non sentirli!

Conosciuto sei anni fa tramite una comune amica, anche lei ottuagenaria, pittrice dilettante (la zona è particolarmente ‘ricca’ di questi personaggi…), Aldo è diventato presto un amico caro e sincero: un ‘piccolo grande uomo’, umile e riservato e con una grande fede che rapisce, commuove e affascina anche chi credente non è, che ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro (contadino prima e piastrellista poi, da qui le mille tessere che abbelliscono il suo uscio), senza mai trascurare la sua smisurata passione per l’arte e la letteratura che gli ha permesso di colmare negli anni le lacune dovute alla scarsa istruzione dovuta alle circostanze della sua epoca, mentre la vita e l’esperienza gli hanno regalato una saggezza e una filosofia di vita fuori del comune. Egli schiude il suo mondo fatto delle semplici cose d’ogni giorno quando si parla della sua vita e delle sue opere: comincia così a narrare, a spiegare, a mostrare i suoi lavori e le ore con lui scorrono veloci.

Pittore, poeta, scrittore e tuttofare egli è nato il 2 agosto 1913 a Diano Borello, sotto il segno del Leone. Ha fatto e sa fare di tutto: intaglia il legno, esclusivamente d’olivo, per fabbricare le cornici in cui incastona le sue tele; crea graziose intarsi con fiori di campo per decorare la magnifica ringhiera della scalinata interna alla casa e realizza piccole casette che riproducono le tipiche case liguri con le ‘ciappe’ sui tetti. Oltre a ciò, dipinge, quasi esclusivamente a olio, e tra le sue opere si possono ammirare alcuni ritratti e tanti paesaggi tipici dell’entroterra dianese, con una speciale predilezione per i numerosi ponti e ponticelli che attraversano i tipici rii, ma tra le sue opere pittoriche si trovano anche, eseguiti a china, molti ritratti e riproduzioni fedelissime di grandi opere religiose di Raffaello, Andrea della Robbia, Palma il Vecchio e tanti altri. Nel Golfo Dianese il pittore-contadino, soprannominato il Ligabue di Borello, è una piccola celebrità ed è già un po’ leggenda, soprattutto dopo che, nell’aprile del 1994, il compianto e stimato critico d’arte Rodolfo Falchi, gli dedicò una personale al Palazzo del Parco di Diano Marina che conseguì grande successo di critica e pubblico.

La sua profonda e sincera fede cristiana emerge in modo particolare, oltre che nei dipinti, anche e soprattutto nelle sue composizioni poetiche in cui il profondo legame che Aldo Trucco ha con la bellezza della natura in tutte le sue manifestazioni, si esprime nell’immagine di un Dio creatore cui egli rivolge il suo ringraziamento per ciò che lo circonda e può esaltare nelle sue opere, sia pittoriche sia letterarie, senza dimenticare però l’ironia e l’allegria che ritroviamo in alcune simpatiche e divertenti filastrocche che sanno strappare ben più di un sorriso…

Riguardo queste ultime la sua florida produzione comprende appunto, oltre alle magnifiche poesie, racconti in dialetto ligure (A Montagna de veder, racconto, 2001; Dinci e Netta, commedia, 2002; Tantu pe cumensâ, commedia, 2003; Sulu in tempu, commedia, 2004; tutti editi da A. Dominici-Imperia Castelvecchio), con i quali, al concorso del comune di Diano Arentino ‘Scürlussue e Cicciuebelle’, ha vinto in diverse edizioni, due medaglie d’oro, una d’argento e una di bronzo.

Per il Centro Editoriale Imperiese d’Imperia ha pubblicato nel ‘Briciole’ (2003), una delicata raccolta di personali aforismi, ricordi di guerra e di vita davvero esilaranti, racconti e poesie, narrate in prima persona o per voce del bagolaro, l’enorme pianta datata 1825, che fa da sentinella davanti alla chiesa di San Michele Arcangelo a Diano Borello; le raccolte di poesie ‘I fiori del pensiero’ (2008) e ‘Munta lì che ti vei Zena’ (2009), mentre nel 2005 ha stampato in proprio il racconto popolare ‘Pipetta’.

Nello scorso mese di dicembre, sempre per il Centro Editoriale Imperiese, ha dato alle stampe la sua nona fatica letteraria ‘Storia di un guscio’ in cui, la sorprendente accompagnatrice in questo viaggio, è nientemeno che una lumaca che interloquisce con l’autore, conducendolo e conducendo i lettori in un mondo fiabesco, reale e a tratti anche surreale, dove protagonisti sono strani ‘umani’ e fantastici animali. Un florilegio di racconti, accompagnati da divertenti filastrocche che appartengono alla memoria (o alla fantasia?) di Aldo Trucco e anche alla nostra. Un’ennesima testimonianza del grande amore che lo scrittore ha per i suoi simili ai quali dona preziosi tasselli di un mondo che, se non già scomparso, si sta sempre più dissolvendo.

Ci sono molte ricchezze che una persona può contare nella sua vita, ma ritengo che la più importante sia quella di avere l’opportunità di incontrare nella propria vita persone eccezionali. Io ho avuto questa grande fortuna con il privilegio d’incontrare l’amico Aldo e la sua meravigliosa famiglia.

Auguro a tutti i lettori di avere l’opportunità di conoscere esseri umani come lui, così come auspico che nel leggere le poesie di Aldo, tanti sappiano comprendere e apprendere quello stupore e quell’incanto che egli ha saputo infondere in modo magistrale ai suoi versi nel celebrare quest’universo affascinante e misterioso. So che, probabilmente, mentre scrivo questa prefazione, starà già lavorando alla prossima avventura letteraria: la decima! Non vediamo l’ora e, dicci Aldo, se potrai, a quante arriverai per festeggiare il tuo prossimo secolo di vita…

Viviana Emilia Spada - autore.

Viviana Emilia Spada nasce a Feltre (Belluno) il 19 Maggio 1958; nel 1961 si trasferisce con la famiglia a Milano.

Il suo primo romanzo, ‘Da Hermann Hesse al Paese delle Nevi’, è stato pubblicato nell’Ottobre 2000 da B.I.S.-Blu International Studio, riscuotendo un notevole successo da parte di pubblico e critica.

Ha vissuto negli ultimi anni lavorando ‘free-lance’ come giornalista, traduttrice, responsabile d’ufficio stampa, redattrice di testi e recensioni, correttrice di bozze, editing e via dicendo, per avere più ampia disponibilità di tempo e ispirazione e proseguire nella sua opera di scrittrice (... o aspirante tale !...).

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