Note stonate di Piacenti
di Immacolata Iavazzo
Quando mi è capitato per le mani questo libro, devo essere sincera, ho iniziato a leggerlo con il distacco e l’occhio critico di chi sa che sta leggendo un romanzo di uno scrittore emergente, poco conosciuto, il cui contenuto sarebbe stato quasi sicuramente scontato e banale.
Il primo capitolo ti introduce nella storia di un uomo, un giovane uomo, con i problemi e la spensieratezza legati alla trentina.
Il protagonista di Note stonate ci prende per mano e ci porta in un viaggio nell’universo maschile, attraverso incontri fugaci, avventure, amici e musica.
La musica sempre presente, è legata ad ogni aspetto della vita del giovane, tutto quello che succede ha un ritmo ben definito, scandito dall’autore che sceglie mirabilmente la colonna sonora di tutta la sua vita…
A fare da cornice agli incontri veloci, senza cuore, di notti appassionate, ci sono gli amici della band, gli amici di sempre, quelli con cui si va in giro, quelli con cui si condivide.
Nestor Piacenti sceglie un linguaggio semplice, essenziale, che va dritto al punto, lascia parlare un uomo. Negli ultimi anni siamo stati invasi da una letteratura ‘maschilista’ o ‘femminista’, gli uomini da una parte, le donne dall’altra. Uomini che parlano di donne e donne furiose verso gli uomini. Questo libro è diverso, non si tratta di un uomo che cerca di capire le donne, è un uomo che parla degli uomini, delle loro difficoltà, di questo tempo senza interessi, della paura di lasciarsi andare, della facilità e dell’aridità del ‘tutto e subito’. Proprio quando iniziamo a sorridere del suo modo di condurre la vita, arriva l’eroina. Myrea, l’àncora, un mondo da conoscere, da esplorare, il punto di incontro di tutte le vicissitudini della vita, lo sguardo che guarda oltre, che guarda dentro, colei che viene per restare. Ovviamente, come la più scontata realtà, lui fugge, sbaglia e, solo per caso, la rincontra e a quel punto è pronto ad accoglierla nella sua vita.
Note stonate non parla di un eroe, non mette in luce il coraggio, non ci vuole mostrare una realtà apparente. Note stonate è bello perché è vero, è reale, è come il giorno che esci, con il sole, senza ombrello e ti ritrovi per strada a bagnarti sotto la pioggia, è come quando hai paura di telefonare a chi ti piace temendo un rifiuto e non telefoni, è come la paura che hai di sbagliare quando senti che ci stai investendo il cuore. Le note stonate appartengono alla vita di ognuno, nessuna vita è perfetta, le note stonate sono, come dice l’autore: ‘… i miei sbagli, le volte in cui avrei potuto fare qualcosa e non l’ho fatto, le volte in cui avrei potuto dire la cosa giusta e non l’ho detta o le volte in cui avrei potuto tacere e invece ho parlato a sproposito.
Le note stonate suonano quando non sei accordato con la vita, e allora tendi o allenti la corda per tornare al diapason con la felicità. Non è un’operazione facile e soprattutto non è un’operazione definitiva.
Puoi sempre tornare al di sotto della soglia che crea l’armonia, puoi anche essere la nota giusta nello spartito sbagliato, magari nello spartito di qualcun altro.
Le note stonate non si cancellano con una gomma e nemmeno con il tempo.’
Come si fa a non sentirle proprie queste parole? Chi non ci si riconoscerebbe? È un romanzo limpido e pulito, anche quando in un breve ma intenso momento di malinconia ritorna alla memoria il ricordo di chi non c’è più, di chi se n’è andato troppo presto, ma che continua a rivivere nella passione che ha trasmesso: la musica.
Note stonate è la vita che si alterna alla paura, ai compromessi, ai sogni, alla quotidianità, alla musica. Le note stonate sono quelle che ognuno di noi si porta dentro e le ha salvate, comunque, nell’iPod della memoria.
Immacolata Iavazzo.
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