Il no di Franca e la libertà di tutte


niente ci fuIl no di Franca e la libertà di tutte

Daniela D'Angelo

Niente ci fu, di Beatrice Monroy, edizioni la meridiana, pagine 112, euro 13,50

 

 

Chi è Franca Viola? Chi oggi ricorda la sua storia?

È la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore, diventando un simbolo dell' emancipazione delle donne italiane.

Franca Viola è una adolescente e vive ad Alcamo, siamo nella Sicilia del dopoguerra. I particolari di questa storia, però, si sono sbiaditi, sono andati perduti, spazzati via dal tempo e dalla discrezione della protagonista che ha rilasciato sempre poche interviste e che anche oggi vuole restare in disparte. Ma la memoria, per le donne, è un luogo di riflessione in cui ognuna ritrova se stessa: la memoria di ciò che è e il sogno di ciò che vuole essere. La memoria condivisa può fare molto di più: può rendere consapevoli collettivamente, portare alla luce, cavare fuori dal buio e dal silenzio. E fa diventare le donne e le loro storie una forza di cui tenere conto, una voce da ascoltare. A questo punto non ci sono solo le donne, ci siamo tutti, e ci sono i fatti. Ed è da qui che vogliamo partire, dai fatti accaduti.

Il 26 dicembre 1965 all'età di 17 anni, Franca Viola viene rapita da un corteggiatore di cui ha sempre rifiutato le avances. Si tratta di Filippo Melodia, imparentato con la potente famiglia mafiosa dei Rimi. Filippo, aiutato da dodici amici, trascina con la forza la ragazza in un casolare e qui viene stuprata più volte. Da quel casolare Franca uscirà solo una settimana dopo, grazie a un blitz dei carabinieri. È il 2 gennaio 1966.

Franca, non più vergine, avrebbe dovuto sposare il suo rapitore, per riscattare il suo onore e quello della sua famiglia. Questa era la consuetudine locale, "sostenuta" dalla legge. All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto matrimonio riparatore, contratto tra l'accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona.

Ed è a questo punto che Franca Viola si ribella. Dice no al matrimonio riparatore. Il padre di Franca finge di accettare un accordo per liberare la figlia, avvisa i carabinieri e fa arrestare Melodia. Il no di Franca Viola ha creato un precedente, e diventa simbolo di crescita civile del nostro Paese. L'acceso dibattito politico che all'epoca ne scaturisce porta solo nel 1981 alla cancellazione del matrimonio riparatore in caso di violenza sessuale. Poi sulla vicenda cala una cortina di silenzio.

Adesso c'è questo libro di Beatrice Monroy, Niente ci fu, a ricordare quella vicenda che cambiò il costume, e a consegnare una voce alle donne e agli uomini che vogliono essere liberi.



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