Editoria: le interviste
di Sara Meddi
Sara Meddi intervista Daniela Di Sora, editore della casa editrice Voland
La prima domanda è d'obbligo, come è nata la Voland?
La Voland nasce in modo molto poco originale, dal mio amore per i libri. Ma anche da una buona dose di incoscienza, unita a una testardaggine fuori misura. Ho cominciato a interessarmi alla letteratura russa dopo aver letto a 17 anni Delitto e castigo di Dostoevskij, per poi continuare con l’iscrizione a russo alla facoltà di lingue di Roma. Ho lavorato sei anni all’Università di Mosca, poi in Bulgaria, ho tradotto per varie case editrici dal russo e dal bulgaro, ho diretto la collana di letterature slave della Biblioteca del Vascello. E, a dicembre del 1994, mi sono posta la domanda fatidica: “Perché far pubblicare da altri i libri che io vorrei leggere e far leggere in italiano?” E allora ho messo un’ipoteca sulla mia casa, sono andata da un notaio e ho fatto una Società a responsabilità limitata, con l’intenzione di far tradurre e pubblicare solo buona narrativa delle letterature che più amavo e meglio conoscevo.
In che modo il progetto editoriale della Voland si distingue da quello delle altre case editrici?
La differenza maggiore è forse proprio nella particolare attenzione con cui seguiamo, appunto, quanto avviene in campo letterario in Russia, Bulgaria, Polonia, e negli altri paese slavi. La fedeltà alla nostra casa editrice di un’autrice come Amélie Nothomb, nello stesso tempo prolifica, di grande qualità e straordinariamente disponibile, ci permette inoltre di fare anche scelte più rischiose dal punto di vista commerciale, con la quasi certezza che a fine anno il bilancio sarà almeno in pareggio.
Che libro consiglieresti a un lettore che non conosce la tua casa editrice?
Come sempre, l’ultimo figlio è quello che è più vicino al tuo cuore. Consiglierei il romanzo Sank’ja, del russo Zachar Prilepin. È russo, e dunque emblematico della casa editrice, ed è un romanzo dalla forza straordinaria. Se si vuole conoscere la Russia di oggi, ecco il libro e l’autore indispensabili. Zachar Prilepin è stato tra l’altro indicato da Newsweek Magazine come l’Hemingway russo.
A quale libro del tuo catalogo sei più affezionata?
Alla prima edizione di Igiene dell’assassino, di Amélie Nothomb, il libro e l’autore che hanno cambiato la storia della casa editrice.
C'è un libro che si è rivelato un successo inaspettato? E un fallimento inaspettato?
Un successo inaspettato è stato Guida alla Parigi ribelle, di Ramón Chao e Ignacio Ramonet. Va detto che tutti i libri di questa collana, Finestre, sono stati dei successi abbastanza inattesi: Come diventare malato di mente (5 edizioni) Note di cucina di Leonardo da Vinci (6 edizioni), libri piacevoli, intelligenti, divertenti. Un fallimento inaspettato: Guantanamo. Speravo che il tema e la forza del racconto fossero accolti con maggiore interesse.
Quale consideri il vostro più grande successo in questi 16 anni di attività?
Essere riusciti a mantenere un’alta qualità di proposta, ed essere presenti e riconoscibili in libreria. Una bella grafica, un libro curato nella traduzione e nella stampa, un carattere fatto disegnare apposta per noi e che si chiama con il nome della casa editrice: sono cose che mi riempiono di gioia. Un esempio concreto? La collana Sirin Classica, classici russi fatti ritradurre da Voland da scrittori italiani, collana che il nostro grafico, Alberto Lecaldano, ha disegnato pensando alla classica BUR. E sta andando molto bene anche in libreria. A volte la qualità paga…
Com'è la tua giornata di editore?
Un incubo. Troppo corta.
Quali sono i punti di forza delle case editrici indipendenti rispetto ai grandi gruppi editoriali?
Una maggiore flessibilità della struttura interna e del piano editoriale, una maggiore curiosità e apertura. La necessità di trovare autori nuovi. La capacità di intendere il lavoro editoriale ancora come un mestiere appassionante, e non solo come fonte di guadagno. Pubblicare libri non è la stessa cosa che vendere mortadella, con tutto il rispetto per la mortadella, che adoro.
In un mercato dominato dai grandi gruppi editoriali e dalle grandi catene di distribuzione come è possibile combattere l'omologazione delle letture?
Credendo in questo lavoro, credendo nella necessità di buoni libri. Cercando di bilanciare le scelte, utilizzando internet e il web. Curando l’aspetto grafico e cercando di fare in modo che anche questo non sia omologato. Utilizzando buoni traduttori (noi abbiamo anche messo il nome del traduttore in copertina).
Cosa ne pensi della recente legge Levi?
Non è certo una legge perfetta, ma almeno è servita a frenare la disastrosa corsa allo sconto che stava distruggendo e drogando il mercato del libro. Il numero di librerie indipendenti che sono state obbligate a chiudere in questi ultimi anni è incalcolabile, e le librerie indipendenti sono la vita del libro.
Una domanda da lettrice: qual è il tuo libro preferito?
Sono indecisa tra I demoni di Dostoevskij e I tre moschettieri di Dumas. Ma amo molto anche la poesia, anche se non sono così folle da pubblicarla.
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