Intervista a Susanne Scholl
di Sara Meddi
Susanne Scholl (1949) è una giornalista e scrittrice austrica, dal 1991 al 2007 è stata corrispondente a Mosca per l’emittente ORF. Per le sue inchieste sulla guerra in Cecenia ha subito l’arresto e la censura da parte delle autorità russe. Sulla Cecenia ha scritto il romanzo-reportage Ragazze della guerra (Voland, 2009).
Il suo ultimo libro Russia senz’anima? è un’indagine su cosa significa essere russi oggi.
C’è un brano nel libro in cui dici che è difficile conoscere la Russia, soprattutto se si fa il tradizionale giro di tre giorni “Mosca-San Pietroburgo”. Visto che tu hai vissuto tanto in Russia ti volevo chiedere secondo te cose dovrebbe cercare di vedere un viaggiatore che per la prima volta si avvicina alla Russia.
Secondo me come turista non si riesce mai a vedere il paese, se non conosci la lingua non riesci a parlare con la gente. Quello che si dovrebbe fare è cercare di conoscere le persone, di girare per la città e non bisogna aver paura. Io ho vissuto tanti anni a Roma e se uno non ha avuto paura a Roma perché dovrebbe aver paura a Mosca…
C’è il capitolo in cui parli di Tania, la signora che vende lino al mercato, e parli del suo sentimento religioso nato andando in chieda quasi di nascosto dalla famiglia, una cosa che nel nostro immaginario è molto russa perché noi abbiamo quest’idea dell’anti-religiosità sovietica…
Sì, questo è vero soprattutto per quanto riguarda l’inizio della rivoluzione sovietica in cui la chiesa era davvero osteggiata, andando avanti le alte gerarchie si sono tutte avvicinate al KGB mentre i piccoli religiosi erano perseguitati, le chiese erano trasformate in ritrovi, come sale da sport ecc. Alla fine dell’unione sovietica si è creato un enorme vuoto ideologico e moltissime persone cresciute in modo assolutamente areligioso hanno ritrovato un nuovo sistema di valori andando in chiesa. All’improvviso tutti andavano in chiesa, nelle repubbliche mussulmane tutti andavano alla moschea e tutti sostenevano che nei loro cuori erano sempre stati religiosi. Questo è più simile a una conversione politica che a una conversione religiosa.
Emerge nel libro la difficoltà di avere una libertà di stampa. Qui in Italia abbiamo avuto un sistema di controllo dei media da parte della politica simile a quello della Russia, e in Italia abbiamo avuto una grande risposta da parte della satira. Mi chiedevo se anche in Russia ci fosse stato un fenomeno del genere…
Sì, specialmente adesso c’è e anche molto forte. Sotto Eltsin era ancora più libera, c’era una trasmissione chiamata “Bambole” in cui si diceva veramente di tutto su quelli che facevano politica. Putin questo l’ha limitato ma quelli che fanno satira ci sono sempre, è viva, per fortuna.
Ti volevo anche chiedere che tipo di letture consiglieresti a chi vuole conoscere la Russia.
Mah… di quelli moderni io consiglierei molto Ludmila Ulitzkaja e Zachar Prilepin che parlano della quotidianità post-sovietica. Ci sono tanti autori nuovi ma non tutti riescono già a parlare della contemporaneità, non è tanto facile. Si parla più che altro dell’unione sovietica che è un metodo per arrivare poi all’oggi.
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