Perdona la domanda... ma tu sei eterosessuale?


dandy“Perdona la domanda... ma tu sei eterosessuale?”


Questa domanda mi è stata rivolta qualche tempo fa, al termine di un'intervista dedicata al neo-dandismo. La stanchezza e il tono (faceto ma cortese) con cui mi fu posta la questione mi spinsero a fornirgli una risposta semiseria, forse un pelino troppo approssimativa.
A più di un mese di distanza mi trovo costretto a fare ammenda, per aver trascurato tutti gli aspetti più interessanti del problema. Che la buonanima di Lord Brummel mi perdoni.

A monte di una simile domanda si collocano due preconcetti forti, parzialmente complementari. Il primo di essi balza subito all'occhio: è nella natura del maschio eterosessuale rifiutare tutto quanto non riguarda le funzioni base dell'essere umano (riprodursi, nutrirsi, marcare il territorio).
Può sembrare un'affermazione innocente, addirittura buffa: e ammetto di trovare estremamente divertente la lezione di virilità a cui si sottoponeva Kevin Kline nel film “In&Out”. Ma l'ironia è solo degli intelligenti, se messa in mano alla maggioranza si trasforma immediatamente in disprezzo.
E proprio quel disprezzo, unito al timore che solo l'ignoranza può creare, scatena un morboso bisogno di inquadramento. Un gentiluomo non è più colui che valuta “la cortesia allo stesso modo del coraggio” (Jefferson). E' piuttosto una creatura bizzarra, a metà tra un vampiro di cartone e una caricatura di Wilde, tutto abiti ridicoli, mossette affettate, sguardi sprezzanti e sdilinquimenti per le cose più pacchiane e costose.
Ora, a parte che i riferimenti a Oscar hanno saturato anche gli appassionati (perché non parlare di Balzac, del conte d'Orsay o di Cary Grant?), nessun vero gentiluomo somiglia anche solo di sfuggita alla caricatura disegnata dal pregiudizio. La migliore smentita passa sempre attraverso il dialogo: anche l'intervista che mi è stata fatta, nata come primo anello di una serie dedicata a vari “personaggi”, si è conclusa con una robusta dose di reciproco rispetto.
Tuttavia, con la caduta dell'inquadramento scatta il secondo pregiudizio: la differenza che non riesco a trovare deve essere obbligatoriamente nascosta. I gentiluomini sono tutti gay.
Per converso, nella mente degli uomini “normali” tutti i gay dovrebbero appartenere alla categoria dei gentiluomini: ritengo che qualsiasi frequentatore degli ambienti ursini possa facilmente smentire questa ipotesi. Anche qui, ho trovato che la miglior cura consiste nella buona vecchia conversazione.
Non è l'orientamento sessuale che ci rende gentiluomini. Partendo dall'educazione, sono le letture, la buona compagnia e la riflessione a renderci tali.

Francesco Masci - Redattore

Classe 1985. Tra un esame di Giurisprudenza e l’altro, crea il sito www.ilsatiro.com, sul quale confluiscono i frutti delle sue ricerche sulla moda. Ha una passione maniacale per la calzoleria di qualità.

Leggi tutto >>


Più articoli di questo autore

La sintassi dello stileLa sintassi dello stile
Che significa la parola "stile"? Come la decliniamo, oggi, in...
Leggi tutto >>
La moda ai tempi della crisiLa moda ai tempi della crisi
La moda ai tempi della crisi Recessione e vestiti, un connubio...
Leggi tutto >>

I nostri redattori e collaboratori:

Francesca Pacini è giornalista, art director, docente. Sempre in moto, vive e lavora tra Roma e le...Read more >>
Ilaria Ciattaglia, classe 1984, romana da una generazione e mezzo.     Dopo il diploma come programmatrice...Read more >>
Silvia Rosati nasce a Isola del Liri, piccolo centro della Ciociaria, nel 1990. Frequenta il liceo scientifico...Read more >>
Figlio della vita e del bicchiere mezzo pieno fatica ogni giorno a tenere i piedi per terra. Scientifico...Read more >>
Mi chiamo Stella e sono nata a Roma 27 anni fa. L’infanzia e l’adolescenza le ho vissute in provincia,...Read more >>
View all authors

Seguici su Facebook