I libri che mi hanno cambiato la vita


fadda> Ho pensato a una “lista di libri che hanno cambiato la mia vita” per giorni... Suvvia! Ci abbiamo pensato tutti, almeno una volta! Chi non ha un libro preferito?... Be’ io! Sono giunta alla conclusione che voglio accantonare questa domanda insieme a quelle a cui non so dare una risposta certa: colore preferito, meta prediletta, sogno nel cassetto; non ne ho uno in particolare, ma prediligo il viola, vorrei viaggiare per il mondo, ma ho il richiamo dell’Africa, sogni ne ho molti, eppure nessuno prevale. Non ho un libro preferito e non penso di averne letti tanti da poter dire che mi abbiano cambiato la vita... Mi piace pensare che questo libro non esista, o meglio, che lo debba ancora leggere. In qualche modo è uno stimolo alla lettura.
> Il libro perfetto, a mio avviso, è quello che riesce a ispirare e calza a pennello in una situazione che riguarda da vicino o coincide con la propria realtà; è quello che ti fa compagnia e allo stesso tempo ti isola dallo stato della grigia quotidianità.
> Il libro coincide un po’ come la carta d’identità della persona, uno spioncino sul proprio essere!
> Dicevo, sono giunta a questa conclusione e ho stilato una lista di quei libri che magari non mi hanno cambiato la vita, ma che ho nel cuore e per me hanno un significato.
> Scusando la poca originalità, non posso non citare come primo su tutti “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry.
> Come si fa a non affezionarsi a questo libro? Scritto per piccoli eppure sempre così attuale e profondo. Non mi soffermo neanche a raccontar la trama, rischierei di essere banale e riduttiva. Ha appena compiuto settant’ anni ed è straordinario come riesca a risultare sempre così contemporaneo. È un piccolo capolavoro che dovrebbe sempre stare nella libreria a casa. Gli stessi motivi per leggerlo coincidono con i valori che insegna: godere della bellezza, fare ricerca in se stessi, prendersi cura dell’amore, coltivare l’amicizia e non perdere mai la speranza. Ecco cosa succede tra le parole di quelle pagine, contemporanee come solo i grandi libri sanno essere e con un messaggio perfetto per i lettori di ogni età: occuparsi degli altri. Certo, ci vuole molto, molto coraggio per attraversare intere galassie a caccia dei ferri del mestiere. Ma nel viaggio, si sa, si cresce. Anzi, senza quel viaggio, così lungo e ingarbugliato, il protagonista non avrebbe mai potuto incontrare la sua amata volpe.
> Perché, si sa “Si devono pur sopportare dei bruchi se si vogliono vedere le farfalle... Dicono siano così belle!”...

> - ll Signore degli Anelli. È un cult e piace a tutti, se poi penso a come lo leggeva la nonna prima di andare a dormire, nella sua versione datata 1966 non può che restarmi in quel cantuccio di cuore insieme agli elfi silvani, i grandi reami e la terra di mezzo.
> Anche “Il Signore degli Anelli” è stato concepito più di sessant’anni fa, ed è innanzitutto una sapiente costruzione letteraria che interseca tra loro temi fiabeschi, motivi ispirati alle saghe nordiche e celtiche e valori esemplari dell’epica classica. Il tutto ricamato con acribia filologica, geografica e storiografica tale da permettere all’autore di inventare e rappresentare con realistica precisione luoghi, ere e linguaggi. Questo è forse l’elemento meno interessante per il pubblico di massa, ma è tuttavia inconfutabile il fascino che emana nei lettori più attenti e bendisposti: mappe, alfabeti, pronunce, periodi storici ed alberi genealogici inesistenti, eppure documentati e ricostruiti in accurate cronologie in appendice ai tre (ovvero sei) libri di questa saga! Ha creato un mondo e ha sviluppato un’era, quella del fantasy misto alle antiche favole nordiche che andavano scomparendo. È grazie a questo libro e a “Le nebbie di Avalon” della Bradley se ho scoperto questo amore spropositato per il fantasy (troppe volte, alle ore di filosofia, il professore cercò di far volare il libro fuori dalla finestra, ohibò!)
> Date un’occhiata a letturecreative.blogspot.it.
> “Piccole donne” di Louisa May Alcott è stato uno dei primi libri che ho letto. Mi rivedevo tanto nella figura della protagonista Jo, schietta, determinata, ribelle e irrequieta. Il maschiaccio della famiglia, che col suo carattere scontroso e il temperamento impulsivo, che la porta ad arrabbiarsi spesso, sogna di diventare una scrittrice famosa. Si diletta a inventare storie da far leggere alle sorelle e si allontana dall’ideale del tempo di signorina in età da marito, in una delicatissima narrazione. Ma anche per lei verrà il tempo di scoprire l’amore e riuscirà a trovare qualcuno che riuscirà a far “vibrare quel delicato strumento che è il cuore di una donna”.
> Lo leggo spesso e torno indietro di tanti anni in un secondo. Mi emoziona sempre!
> Un altro libro che ho a cuore è “Il vecchio e il mare” di Hemingway. La mia professoressa di letteratura lo impose come lettura obbligatoria, mai compito fu più ben accetto. A ogni pagina letta ti ritrovi là sulla barca, col profumo del mare sulla pelle, il sole sul viso, la salsedine sulle labbra e vivi realmente quei quaranta giorni di pesca solitaria e infruttuosa. Tutto in Santiago era vecchio, ad eccezione dei suoi occhi, che erano rimasti del colore del mare... Non cerca solo un pesce ma QUEL pesce. Con tanta costanza e con tanta fatica, contro tutti i maldicenti del villaggio. Ognuno è libero di impersonificare quel pesce con l’oggetto dei propri desideri, soltanto col tempo il risultato arriverà. È stata una bellissima lezione di vita, imparata con tutta la saggezza e la genialità della penna di Hemingway.
> Se si vuole scrivere non si può non leggere Ernest Hemingway, io penso questo.
> Arrivo all’università e scopro il meraviglioso mondo della letteratura russa. Non ero convintissima del mio indirizzo di studi, ma mi sono ricreduta con le lezioni del corso di letterature comparate. All’analisi di Oblomov di Gončarov in classe, e nel vedere tutta la passione del professore nelle spiegazioni, nei suoi scritti e nelle letture fatte in piedi sul banco a mo’ di “attimo fuggente”, sono rimasta strabiliata. Beata la passione che esiste ancora in alcune persone e non si vergognano di mostrarla a pieno! Ogni maestro dovrebbe avere questa dote innata di credere in quello che dice e trasmetterlo con lo stesso zelo e fermezza.

> In una disordinata e triste casa (ebbene sì, ai russi piace proprio esagerare con la tristezza) di San Pietroburgo, viveva nel disordine e trascuratezza un piccolo proprietario terriero, per noi umili lettori uno dei più grandi esempi di “inetti” letterari, di nome Oblomov. Essendo un uomo di poche pretese, ben presto si abitua all’idea che gli altri lavorino per lui e si lascia vincere dall’infingardaggine che gli hanno inoculato nel sangue gli anni pacifici della fanciullezza trascorsa in “Oblomovka”. Viene destato da questo suo stato di inezia profonda da un caro amico: Stolz, il quale, mosso dalla grande stima per Oblomov, fa di tutto per ricordargli le qualità morali, intellettuali nonchè i comuni progetti giovanili idealistici. Riesce a distaccarsi dalla vacua e tediosa solitudine, ma con poco interesse ed entusiasmo, fin quando non incontra la giovane Ol’ga. Nasce l’amore e i due sembrano prossimi al matrimonio, ma...
> Eh no! Troppo facile svelare così i finali dei grandi libri! A voi il finale ... del tutto inaspettato... dimenticatevi il trionfo dell’amore e il cambiamento radicale del pigro Oblomov nell’iperattività fatta persona.
> Dopo Oblomov, mi sono appassionata e ho iniziato a leggere Gogol’, Derzhavin, Karamzin e mi si è aperto un nuovo mondo: una letteratura più cruda e tetra, misteriosa e per alcuni aspetti romantica, tanto quanto la nostra... eppure così diversa.

> Ora sto leggendo “Mangia, prega, ama” di Elizabeth Gilbert, giusto per tornare al discorso del libro che è perfetto quando si attaglia a ciò che ti succede in un periodo. Nessun libro come ora può descrivere la mia vita. Ha una venatura di Zen e rimane impresso.
> Una scrittrice di successo “perde la bussola”, decide di rimettere assieme i pezzi della sua vita e inizia a viaggiare per il mondo, cercando la pace interiore e risposte, fino a quando non scoprirà che, per raggiungere quest’ultima, basta solo mangiare (in Italia, dove starà un po’ di mesi), pregare (in India, per un ritiro spirituale) e amare (a Bali, dove troverà il nuovo amore).
> Riporto una bellissima frase: “Se sei abbastanza coraggioso da lasciarti dietro tutto ciò che è familiare e confortevole, e che può essere qualunque cosa, dalla tua casa ai vecchi rancori, e partire per un viaggio alla ricerca della verità, sia esteriore che interiore; se sei veramente intenzionato a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un indizio; se accetti tutti quelli che incontri, strada facendo, come insegnanti; e se sei preparato soprattutto ad accettare alcune realtà di te stesso veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa”.

> Spesso ho l’abitudine (brutto vizio?) di voler rileggere lo stesso libro anche a distanza di anni... il che da una parte, se ci pensate bene, è mortificante: la vita è troppo breve per andare a ripercorrere storie già lette, ci sono più libri di quanti ne potremmo leggere in un vita. Eppure, non posso negare di voler rileggere per intero libri già vissuti, in questi giorni “Metamorfosi” di Kafka, ad esempio.

> Di recente, mi sono imbattuta in una quarta di copertina che recitava :“Fai rumore nei sogni di qualcuno solo per farlo svegliare con il cuore felice. Altrimenti lascialo dormire”. Non ho avuto modo di leggere la trama o le recensioni, solo il commento dell’autore, di Massimo Bisotti: “La luna blu la vedi solo negli occhi di chi ami. È il senso del mio libro, è il senso del tuo libro, perché ogni vita è un libro e in ogni libro ci sono vite reali che si toccano. Non bisognerebbe mai lasciare che si toccassero invano”.
> Suppongo che questo questo sarà il mio prossimo libro: “La luna blu. Il percorso inverso dei sogni”: è stato un richiamo, un’elettricità che si è creata nell’aria, quella sola che si crea quando compri un libro che non vedi l’ora di sfogliare!

Chiara Fadda -

Chiara Fadda, classe 1989. Vive nella sua Atlantide, la terra dal profumo di mirto e le coste azzurre: la Sardegna!  E non cʼè nessun altro posto in cui vorrebbe essere nata. Studia al liceo classico presso  il ”Duca degli Abruzzi” di Ozieri, piccola comunità nei pressi di Sassari. Qua inizia a scoprire il suo amore per la mitologia e la letteratura greca, i suoni e le radici delle parole.
Si laurea in mediazione linguistica allʼuniversità di Sassari, dove riesce a unire la sua passione per le lingue alle letterature straniere. Grande appassionata di danza, teatro, scrittura, artisti di strada, boschi, mare, caffè e chi più ne ha e più metta. Odia gli zoo, la formalità e la sua più grande nemica è la noia, quella pirandelliana... lungi da lei quella noia, immobilismo e il sentirsi morta fisicamente!
Curiosa, chiacchierona e dallʼanimo irrequieto per natura, è alla costante ricerca di nuovi stimoli e di se stessa. La cerca nei viaggi, nei profumi, nelle parole di vecchie pagine, nei racconti della gente. Dipendesse da lei vivrebbe da freelance con la valigia in mano, girando il mondo come una pallina da flipper.
Ha fatto sua filosofia di vita la frase di William W. Purkey:
“Devi ballare come se nessuno ti stesse guardando,
Amare come se non fossi mai stato ferito,
Cantare come se nessuno stesse ascoltando
E vivere come fosse il paradiso in terra.
(E parlare dal cuore per essere udito)”.


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