Una donna d’altri tempi che sa parlare di noi, donne eccellenti...


lepianeConoscete Barbara Pym? Sono sicura di no, eppure se è così perdete una scrittrice di prim’ordine.

Barbara nacque nel 1913 e morì, nubile, nel 1980. Passò parte della guerra all’ufficio censura della corrispondenza con l’estero, e parte in divisa di ausiliaria; per un certo periodo fu di stanza a Napoli. In seguito lavorò all’International African Institute, fra l’altro come redattrice del giornale antropologico “Africa”. Scrisse dieci romanzi, sei dei quali uscirono fra il 1950 e il 1961, e gli altri fra il 1977 e il 1981.

Provate a leggere “Donne eccellenti” (La Tartaruga Edizioni, 1996, con prefazione di Masolino D’Amico) e vi renderete conto che la Pym è stata definita, a ben ragione, la Jane Austen dei nostri tempi.

La protagonista, Mildred, è impiegata a mezza giornata presso il “Centro per la tutela delle gentildonne anziane”, è una single che difende la sua indipendenza (“esistenza che mi sono fatta da sola a Londra”, “il matrimonio non è tutto”, “il matrimonio non è sempre rose e fiori”) considerato poi che “ciascuno dei due sessi ha difficoltà a capire l’altro” (p. 136) e che dimostra grande conoscenza del genere umano, dagli uomini definiti egoisti ed “eterni bambini” alle donne, incomprensibili, che spesso dimenticano le loro incombenze casalinghe per coltivare i propri ideali. Mentre gli uomini “che non sono affatto indifesi e patetici come talvolta piace immaginare alle donne” (p. 204), sono costretti a occuparsi di tutto, devono cucinare e lavare i piatti... sono stremati (p. 57). I costumi infatti cambiano e.. Che cosa fanno le donne che non si sposano? Stanno in casa con un genitore anziano e si occupano dei fiori, almeno così facevano un tempo, ora però è più probabile che lavorino, facciano carriera e vivano in un monolocale o in una pensione...” Considerazioni di una lungimirante realtà...

Quale è la donna eccellente? È Mildred, figlia di ecclesiastico, che non deve sposarsi poiché la vita è già abbastanza difficile senza questi propositi allarmanti: “Ti ho sempre creduta così equilibrata e assennata, una donna davvero eccellente. Mi auguro che tu non stia pensando al matrimonio”, è quello che le dice nel corso di una cena il suo amico William. Mildred è sempre pronta ad aiutare gli altri e a farsi carico dei loro problemi.

È in fondo la pacata e profonda saggezza, una lezione di buonsenso ed equanimità (se il matrimonio non funziona “le colpe sono sempre di entrambi”, p. 196) che emerge dalla scrittura della Pym, sempre limpida ed equilibrata, e dalla sua visione della vita in cui ognuno è felice stando al proprio posto nel rispetto della posizione sociale e dei sentimenti degli altri.

Il modello femminile che propone è quello di una donna emancipata che si dedica talmente al suo lavoro – la protagonista è un’antropologa – da dimenticare le faccende domestiche: “Ora sono costretto a occuparmi di tutto, devo cucinare e lavare i piatti...sono stremato” dice il marito, Rocky, esempio antesignano di parità... Questo modello assumerà sempre più importanza anche se ancora: “appartenevano a quella generazione di uomini che non pensa di dover contribuire ai lavori domestici (p. 217)”.

La capacità di introspezione psicologica, accompagnata da una vivace ironia, è lo sguardo che la protagonista porta sugli altri, è la penetrazione di osservazioni dei vizi e delle virtù di uomini e donne: “Le coppie sono così abituate a chiamarsi “caro” e “cara”, che non si accorgono di quanto suoni falso quando sono arrabbiati o annoiati” (p. 57).

Fa piacere scoprire che l’autrice è una fine conoscitrice di “languide sciocchezze” di Christina Rossetti o Matthew Arnold o Omar Khayyam o Keats:

“Meglio che tu dimentichi e sorrida

che non che tu ricordi, e t’intristisca...”

oppure

poco conoscer è cosa pericolosa

bevi a fondo, o non toccar dalla sorgente Pieria

oppure

“Sì! Isolati nel mare della vita,

Con abissi echeggianti tra di noi,

Pulviscoli nel liquido deserto senza sponde,

Noi, milioni di mortali, viviamo SOLI”

conoscenza che lascia intravedere la grande cultura posseduta da Barbara che era infatti laureata in Lingua e Letteratura Inglese a Oxford.

Infine è da notare che, su tutto, troneggia la metafora del thè: è vero che si tratta di un’abitudine tutta britannica, ma è anche vero che è il momento nel libro della resa dei conti, dell’assunzione di responsabilità e consapevolezza, delle grandi decisioni.

Fausta Genziana Le Piane -

Fausta Genziana Le Piane, nata in Calabria, vive ed opera a Roma. Laureata in Lingue, ha insegnato francese e ha vinto una borsa di studio per la Romania. Ha curato le schede di lingua francese per la grammatica italiana comparata di Paola Brancaccio e adattato classici francesi per la scuola superiore.

I suoi libri di poesie, Incontri con Medusa, La Notte per Maschera, Gli steccati della mente, Stazioni/Gares e Ostaggio della vallata hanno incontrato il favore della critica.

Con Tommaso Patti, ha pubblicato la raccolta di racconti Duo per tre, cui ha fatto seguito  Al Qantarah-Bridge, Un ponte lungo tremila anni fra Scilla e Cariddi. Ha pubblicato una raccolta di racconti, La luna nel piatto, con annesso un sedicesimo dedicato alla pittura di Pinella Imbesi, Interviste a poeti d’oggi, Un libro, un luogo: itinerari dell’anima e Gente (non) comune. I libri: Duo per tre, Interviste a Poeti d’oggi, Gente (non) comune e Al Quantarah-bridge sono anche stati pubblicati in formato e-book dalla Casa Editrice Dante Alighieri.

Si occupa di critica e recentemente ha pubblicato  La meraviglia è nemica della prudenza, invito alla lettura de L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, Edizioni Eventualmente.

Iscritta all’Ordine dei giornalisti, dopo aver scritto per il Il Giornale d’Italia, ora cura una rubrica d’arte per la Consulta delle donne di Wanda Montanelli (Parliamo d’arte) e una pubblicazione bimestrale internazionale Kenavò da lei fondata. Ha pubblicato una serie di quaderni (I Quaderni di Casa Duir).

Ha partecipato con i suoi collages a varie esposizioni.

Alcune poesie sono state tradotte in francese, tedesco, inglese, spagnolo, romeno, russo, altre sono state musicate dal compositore Giorgio Fiorletta ed altre ancora, infine, sono state oggetto di studio, a cura del Professore Patrick Blandin, fra gli studenti della facoltà di Lingua e Cinema Italiani dell’Università di Tolosa e di Bordeaux.

Hanno parlato di lei: Dante Maffia, Italo Evangelisti, Plinio Perilli, Massimo Colesanti, Giorgio Bàrberi Squarotti, Tommaso Maria Patti, Merys Rizzo, Carmine Chiodo, Francesco Dell’Apa, Pina Majone Mauro, ecc.

PREMI:

Vincitrice del Premio “Mediterraneo” per il libro edito “Incontri con Medusa”, 2001;

5 classificata al VXI premio Internazionale di Poesia “La Torre d’argento”, Castelnuovo di Farfa, 2002;

I° premio assoluto “Le rosse pergamene” per la silloge inedita, 2005;

Menzione speciale premio “Nosside”, 2005;

Premio “Donna e Cultura”  per il Giornalismo, 2007;

5 classificata al Premio Nazionale “Leandro Polverini”, Poesia Edita con “Gli steccati della mente”, 2013;

Premio “Le rosse pergamene” per il giornalismo, 2013;

Premio “Eudonna” per la saggistica con ”La meraviglia è nemica della prudenza”- Invito alla lettura de “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza, 2014;

Con il libro edito !Incontri con Medusa” II posto nel Premio Letterario Nazionale “Autore di te stesso”  2013 bandito da Recensione.it

 

Sito personale: www.faustartepoesia.org

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