Il mestiere del libraio. Intervista ad Amedeo Bruccoleri


 

In Sicilia esistono librerie indipendenti che sono veri e proprio tesori nascosti. Piccole, affidabili, di carattere.  Resistono con orgoglio al tempo e alla crisi. Abbiamo incontrato Amedeo Bruccoleri, proprietario di Capalunga, uno spazio che, ad Agrigento, raduna gli amanti dei libri…

Amedeo Bruccoleri

 

Amedeo, tu lavori da molto tempo nel settore dell'editoria. Ci racconti il percorso che ti ha portato fin qui?

Ho iniziato a lavorare in editoria per caso, trovandomi ad intervistare un pomeriggio Alberto Castelvecchi (in quel periodo collaboravo al settimanale di Repubblica, Musica!). Una chiacchierata su 2 libri da loro appena pubblicati, sull'editoria indipendente. Il giorno dopo ci siamo rivisti a pranzo: esco da quel pranzo con un contratto da autore per la pubblicazione di quello che è rimasto, ad oggi, il mio unico libro a mio nome Beat Italiano ( ne ho scritti una ventina, in seguito, come ghost writer) e un contratto da ufficio stampa che durerà ben 5 anni. Mi sono occupato di lanciare autori come Aldo Nove (ilprimo originale Woobinda), Isabella Santacroce (Fluo), Luther Blissett (Mind Invaders) e una serie infinita di autori di saggistica e non solo, che sono diventate firme importanti del giornalismo italiano (Riccardo Stagliano, Andrea Borgnino, Daniela Gambino, Enrico Pulcini, alcuni esempi). Il mio sconfinato amore per i libri, mi ha portato a collaborare con editori come Stampa Alternativa ( se non lo conoscete vi consiglio di leggere Piero Pieri nel suo fulminante La notte di Stalin), Derive Approdi. Mentre lavoravo per loro è arrivata la possibilità di entrare in minimum fax: così ho lasciato tutti gli altri editori per iniziare a lavorare part-time con i "faxiani". I miei anni in minimum fax sono ancora oggi ricordati non solo da me, ma da molti addetti ai lavori (mi scrivo ancora con degli autori che ho contribuito a pubblicare). Io non amo molto parlare di quel periodo: ho chiuso con l'editoria per scelta personale. Troppa amarezza e troppa rabbia mi impedirebbero di fare un discorso generale sull'editoria italiana, che al momento trovo, al "minimo storico" e parlo soprattutto della qualità dei libri pubblicati.

 

Quello del libraio è un mestiere sempre più difficile, oggi. Secondo te, quali sono le strategie per il futuro?

Il mestiere del libraio è diventato un po un paradosso, tutto italico: esistono addirittura delle scuole per formare i librai. Ma nella maggior parte delle librerie di grandi catene di distribuzione, trovi giovani commessi, che non hanno mai avuto grandi esperienze professionali. Un paradosso, che trovo inquietante. il libraio deve essere aggiornato continuamente. Io leggo almeno tre, quattro ore al giorno. E sono autodidatta. Stretegie per il futuro? Sono molto  pessismista. Credo esista un futuro roseo solo per i supermecati dell'editoria. Quelli meravigliosi dove trovi i libri nelle pile in terra, insomma. per  librai indipendenti o i librai "storici", solo mazzate fiscali e non. Vedi la vergognosa legge Levi, che consente ad alcuni di mettere in vendita le novità appena uscite con il 25% di sconto, a molti altri librai no. Se non si crea equillibrio fra le due realtà possiamo organizzare convegni e dibattiti tutta la vita. Tutto inutile.

 

L'ebook. Se ne parla moltissimo, ormai è una realtà. Tu leggi mai libri in formato elettronico? come vedi il rapporto fra editoria cartacea e digitale?

Non ho mai letto un solo libro in formato elettronico e non ho nessuna intenzione di farlo a breve termine. Sono un romantico che ha un rapporto feticistico con il libri da sfogliare, da odorare dentro la libreria al momento dell'acquisto. Trovo interessante l'utilizzo dell'ebook per uso didattico: "consiglierei" il Ministero della Pubblica Istruzione, ad aiutare le famiglie all'acquisto del supporto, per farlo utilizzare ai ragazzi che, sarebbero felici, di non caricarsi degli zaini di 10 kg sulle spalle per anare a scuola. La tecnologia serebbe funzionale allo scopo lettura. Per la lettura da intrattenimento continuo a pensare che il libro non morirà mai. Molti anni fa quando la tecnologia mise nel mercato prima i lettori cd, in seguito I-Phone, I- pad etc,  si parlò di crisi del mercato discografico e della crisi del viile. Nel 2012 il fatturato del supporto vinilico ha superato quello del cd. Ecco, uno dei motivi che mi spinge a sperare che il libro non possa mai morire. Almeno fino a quando esisteranno dei librai testardi e romantici come me!

 

Cosa cerca la gente quando entra in una libreria? ci fai un ritratto delle "categorie", se così possiamo chiamarle, di clienti? una volta ho sentito una donna cercare libri azzurri, per un tocco cromatico della sua biblioteca....

La mia è una libreria che selezione molto i libri da vendere. Per scelta spesso non espongo o tratto best-seller. Di conseguenza la mia clientela è generalmente ben colta e ha idee precise sull'acquisto del libro. Ho poi, molta gente che si "fida" dei miei consigli, per me questa è la vera grande soddisfazione del mio lavoro. Anche a me è successo un aneddoto divertente: un cliente mi ha chiesto (testuale) "un metro e venti di libri con la costa laterale colorata di giallo e rosso, per dare continuità cromatica alla scaffalatura di design, appena acquistata". Assuro, ma vero!

 

Oggi manca, in modo drammatico, una didattica della lettura. in concreto, però, si fa ben poco....

Qualche passo in avanti, per quanto riguarda la didattica, si è fatto. Ma sono inziative isolate, singole, quasi sempre legate alle passioni individuali per la lettura della prof, che spinge i ragazzi alla lettura. Ma ci sarebbe da fare moltissimo, ma il sistema pedagogico attuale è vetusto, arcaico. Per azzerare tutto, ci vuole uno sforzo titanico, che le nostre istituzioni, al momento non sono in grado di compiere. Un po per pigrizia, molto per mancanza di competenza dentro i ministeri.

 

Quale libro mi consiglieresti, adesso? E perché?

Ti consiglio due libri. Il primo, non una novità, ma uno dei libri più interessanti che ho letto nel 2012, Francesco Targhetta, Perciò non veniamo bene nelle foto (ISBN). Un ritratto generazionale lucido e ben scritto, senza incappare nello stereotipo televisivo e mediatico, tipico della generazione dei trentenni descritta dall'autore. Molto intenso. Considera che si stratta di un romanzo scritto per intero in versi (terzine e rime). Davvero coraggioso e interessante. L'altro consiglio è il libro di uno scrittore russo, Zachar Prilepin, Patologie (Voland Edizioni). Leggetelo per l'originalità della narrazione, della lingua, uno scrittore di alto livello, insomma. Se non ti piacciono i miei consigli, puoi cancellarmi dalla lista dei tuoi amici!!!! Scherzo!

 

Come cambia il rapporto con il libro quando, invece che comprarlo, lo vendi?

Quando vendo un libro provo una sensazione unica: a volte vorrei condividere con le persone che acquistano determinati libri più tempo per parlare di letteratura, musica, poesia, arte. Insomma vendere un libro è una condivisione tout-court del tuo immaginario, quindi un gesto intimo di forte intensità. e se l'acquirente sceglie uno dei cinque libri da te preferiti, ecco, scatta la poesia. Inizia ad immaginare le sue sensazioni una volta arrivato alla fine del libro. Scusa se è poco...

Francesca Pacini - giornalista, art director.

Francesca Pacini è giornalista, art director, docente. Sempre in moto, vive e lavora tra Roma e le Marche, dividendosi fra più contesti, tutti però legati alla parola e all'immagine che a volte la accompagna. Non trova mai pace: il suo motto è "lavori in corso".

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