Vivere in mezzo ai libri


 

Vittorio Graziani ha realizzato il suo sogno: stare sempre in mezzo ai libri. Lavora come responsabile della letteratura nella libreria Feltrinelli Duomo, a Milano. Con lui parliamo di editoria ai tempi della crisi. Ma anche della bellezza di un mestiere, quello del libraio, che non smette mai di affascinare….

 

vittorio-grazianiVittorio, partiamo dal tuo percorso nel mondo dell'editoria. Come e quando è iniziato?

Ho cominciato seguendo un corso per redattori in casa editrice nel 2002 a Roma. Dopo il corso ho fatto uno stage presso la casa editrice Arcana, finito il quale sono stato stato assunto come responsabile ufficio stampa per la Castelvecchi editore. Sono rimasto lì per quattro anni, dopodiché è cominciata la mia "avventura" libraria. Prima responsabile editoriale presso Fnac Roma e poi responsabile letteratura in Feltrinelli Duomo.

 

La libreria ieri e di oggi. Quali le differenze sostanziali?

Si potrebbe scrivere un libro di non so quante pagine per spiegare bene l'evoluzione delle librerie nel corso di questi ultimi anni. Sintetizzando: la rivoluzione è cominciata grazie a Giangiacomo Feltrinelli a cavallo tra gli anni '50 e gli anni '60. Lui aveva un'idea altra di libreria - più commerciale, più accessibile, più intuitiva - che all'epoca destò molto scalpore. Nel corso degli anni questo cammino è andato avanti e si è arrivati alla dicotomia grandi e piccole librerie. Soprattutto con l'avvento dei megastore questa distanza si è acuita - accompagnata anche da un paesaggio commerciale profondamente cambiato. La differenza è data soprattutto dalla grandezza appunto, che porta dietro di sé una serie di conseguenze: nelle librerie di catena si ha una maggiore specializzazione dei reparti, una parziale centralizzazione degli ordini, maggiore assortimento, più promozioni, più attenzione al merchandising e dunque un variegato rapporto con il cliente. La piccol libreria è rimasta uguale a sé stessa e nel corso degli anni ha dovuto cedere il passo, non favorita anche da quella che è una scandalosa legge che regolamenta gli sconti, che a mio parere scontenta tutti.

 

Come dovrebbe essere, secondo te, la libreria dei sogni? La migliore possibile?

Dovrebbe garantire al cliente un'esperienza. Un'esperienza dovrebbe essere il rapporto con il libraio. Un'esperienza dovrebbero essere gli incontri che il libraio organizza. Un'esperienza l'atmosfera che si respira. Dunque librai competenti, che abbiano strettissimi rapporti con le case editrici e gli autori. E che sia bella accogliente, calda, quale che sia la grandezza e che magari abbia anche un bel nome…


Molte librerie, oggi, stanno chiudendo. A Roma come a Milano. Nei piccoli centri. Dati allarmanti. Come fare per scongiurare il pericolo della scomparsa di molte fra loro?

Bisogna ricercare qualità e idee. Per qualità intendo centri di eccellenza. Il libraio deve essere sempre più bravo e bravo in tutte le direzioni. Altrimenti libro elettronico, amazon e compagnia distruggeranno tutto. Cosa non hanno i siti? L'incontro, la relazione, il consiglio, la competenza. Il libraio deve sempre più garantire tutto questo. La qualità, l'eccellenza paga.Anche l'idea  deve avere questa ratio di fondo. Molte librerie ad esempio accostano alle librerie il food, bella idea, ma deve essere di grande qualità, altrimenti non paga.

 

Ci racconti la tua giornata in libreria? Aneddoti, curiosità, e routine.

La priorità è data dalla sistemazione e dalla programmazione della giornata. Noi entriamo due ore prima dell'apertura per sistemare la libreria. Quelle due ore sono preziosissime - oltre che splendide alcune volte -  per svolgere tutti quei lavori che prevedono spostamenti rilevanti quali la disposizione delle novità e delle campagne. Una volta aperti la priorità è il servizio al cliente, che in una libreria come la nostra non ha mai pause. C'è sempre una persona al servizio che serve il cliente o gli indica i punti dove può cercare un libro.

Io da responsabile quotidianamente mi stacco per analizzare il venduto e per fare gli ordini. Sempre nel corso della giornata - negli orari con meno flusso - si procede al rifornimento. A fine giornata si programma quelle che saranno le attività (sistemazione delle novità e proposte) del giorno dopo. Si tratta di un lavoro faticoso fisicamente e mentalmente. Un equilibrio perfetto di sforzo fisico e mentale. Aneddoti, a migliaia. Quello che a me ha sempre entusiasmato? Il cliente che ne sa più di me, che mi consiglia i libri da leggere e che poi in libreria diventano i libri da consigliare. Oppure quello che viene una volta all'anno, a Natale, ti cerca e ti dice: l'anno scorso mi hai fatto fare un figurone sotto l'albero con zie, ziette e nonni, dammi una decina di libri anche quest'anno e raccontami a grandi linee di cosa parlano. Io glieli do, lui scrive un po' di appunti per ognuno, mi abbraccia e se ne va. Non prima di avermi detto: ho fatto 100 km per tornare da te, altro che Amazon...

 

Immagina che entriamo da te in questo momento. E ti chiediamo un consiglio su un libro. Cosa ci suggerisci? Vorremmo un saggio e un romanzo!

Come romanzo non c'è partita: Stoner di John Williams, edito da Fazi. Capolavoro assoluto, dimenticato per non so quanti anni. Un libro che racconta l'uomo e il suo essere nel mondo. Fra cinquant'anni si continuerà a parlare di questo libro. Come saggio consiglio Il manoscritto di Stephen Greenblat, edito da Rizzoli. Racconta del ritrovamento del De rerum natura di Lucrezio, e di come questo testo abbia profondamente cambiato il pensiero occidentale e il rapporto con la religione. Libro superbo.

Francesca Pacini - giornalista, art director.

Francesca Pacini è giornalista, art director, docente. Sempre in moto, vive e lavora tra Roma e le Marche, dividendosi fra più contesti, tutti però legati alla parola e all'immagine che a volte la accompagna. Non trova mai pace: il suo motto è "lavori in corso".

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