Editoria indipendente: quando la forza sta nel progetto


alessandro orlandi

 

La Lepre è una casa editrice romana che negli ultimi anni si è distinta per la qualità delle sue scelte. Chi fa libri senza far parte dei grandi gruppi che monopolizzano il mercato sa bene come la sopravvivenza sia legata alla forza del messaggio che si trasmette attraverso i libri. Perché malagrado le difficoltà, quello dell'editore è ancora un mestiere che fa sognare molti...

 

Alessandro, quando nasce La Lepre e perché?

La Lepre nasce nell’ottobre 2007 come una s.r.l. per volontà mia e di mia sorella Sabina. Più tardi sono entrati nella società i nostri figli e Silvia Cantarini, che si occupa dei diritti cinematografici. Il sogno iniziale era quello di pubblicare tutti libri di altissima qualità letteraria, libri che proponessero una nuova visione del mondo e  che fornissero chiavi inedite di lettura del futuro. Giudicare se siamo o no riusciti a realizzare questo intento è compito dei lettori.

 

Il libro a cui sei più affezionato?

Senza dubbio “La pazzia di Dio” di Luigi De Pascalis. Un romanzo di formazione che traccia un affresco del periodo storico che va dal 1890 al 1924. La prima guerra mondiale, l'epidemia di spagnola, l'avvento del fascismo, l’affermarsi della civiltà industriale e la massiccia migrazione dalle campagne alle città determinarono una lenta perdita di quella memoria collettiva le cui radici affondano nei millenni. Ai miei occhi il libro di De Pascalis ha il merito di raccontare in modo indiretto, con leggerezza e poesia come il mondo che ci circonda abbia  finito col perdere la sua profondità, la sua “anima”, per dirla con Benjamin, la sua “aura”.

Cosa manca secondo, oggi, all'editoria romana?

Manca la percezione del fatto che i piccoli editori possono ormai sopravvivere solo a patto di unire le forze: le grandi concentrazioni editoriali dettano legge sia in materia di prezzi (la legge Levi sugli sconti è insufficiente), che per la loro forza contrattuale nei confronti delle librerie. L’unico modo di sopravvivere è quello di federarsi, dividere le spese  e creare sia una catena di promozione e distribuzione, che una catena di librerie e magazzini, come quella di cui dispongono Mondadori o Feltrinelli. In Francia è stato tentato con successo qualcosa di simile, ma in Italia prevalgono ancora diffidenza e individualismo.


Cosa significa fare editoria di progetto? Come nasce l'idea di una collana e come si decide di posizionarla nel mercato?

L’idea di una nuova collana  nasce dal proposito di riempire una nicchia ancora vuota nel mercato editoriale. Ad esempio “Fantastico Italiano”, collana della lepre nata nel 2012, intende rivolgersi ai lettori amanti del genere “fantasy” proponendo un “fantastico italiano” di alta qualità letteraria, mentre questo genere viene generalmente considerato letteratura-spazzatura, usa e getta. Per posizionarla nel mercato è fondamentale la promozione, occorre quindi avere ben chiaro qual è il profilo-tipo  dei potenziali  lettori, capire come raggiungerli.

Il lettore: questo grande assente?

I dati sulla lettura in Italia, è inutile nasconderlo, sono molto preoccupanti. In particolare al sud è altissima la percentuale di chi non legge nemmeno un libro all’anno. Un raffronto con le analoghe statistiche relative ad altri paesi europei altamente industrializzati come la Germania, l’Inghilterra o la Francia ci vede in una situazione di grave arretratezza. Solo una azione comune tra il mondo dell’editoria e il governo del paese, che si ponesse come obiettivo l’invito alla lettura, potrebbe modificare questo stato di cose.

Come vedi il futuro del libro? Ci si interroga molto, in questi tempi di crisi?

Per ora gli e-book coprono ancora una fetta non rilevante del mercato italiano, a differenza di quanto è avvenuto nel mondo anglosassone. Ma è prevedibile che in futuro le cose cambieranno.Produrre un e-book è molto facile e i costi sono ridotti In teoria chiunque è in grado di mettere on line un proprio libro senza intermediari . Non è difficile vedere che il  ruolo dell’editore diventerà sempre più quello di un garante della qualità letteraria (intesa anche come editing, correzione bozze, impaginazione). Il marchio di una casa editrice dovrebbe costituire una garanzia sia su ciò che viene pubblicato e contenere una indicazione su una rigorosa linea editoriale. Inoltre qualsiasi editore italiano può ormai mettere on line un libro in qualsiasi lingua e quel libro sarà acquistabile in ogni paese estero. Se le piccole case editrici decideranno di creare una piattaforma in comune per la vendita virtuale  potranno allora rivolgersi al mercato interno e a quello  estero come “piccola e media editoria italiana”. In caso contrario è solo questione di tempo: questo settore è destinato a soccombere, assorbito dalle grandi catene editoriali.

Francesca Pacini - giornalista, art director.

Francesca Pacini è giornalista, art director, docente. Sempre in moto, vive e lavora tra Roma e le Marche, dividendosi fra più contesti, tutti però legati alla parola e all'immagine che a volte la accompagna. Non trova mai pace: il suo motto è "lavori in corso".

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