L'anima della poesia
di Raffaelina Di Palma
Che rappresenta la poesia nella nostra vita? Che dimensioni muove? Ponte fra cielo e terra, fra visibile e invisibile, da sempre evoca suggestivi paesaggi interiori.
Un linguaggio remoto e allo stesso tempo sempre attuale, con il quale non dovremmo mai perdere il contatto...
E fu a quell’età. Venne la poesia
a cercarmi. Non so, non so da dove
uscì, da quale inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole, né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
all’improvviso fra gli altri,
tra fuochi violenti
o mentre rincasavo solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
(Pablo Neruda, La poesia)
Ognuno di noi è in grado di sentire il suono e il richiamo della poesia; pur non “poetando”, ma con la curiosità per essa, ci possiamo ispirare con fiducia alla sua vitale, suggestiva espressione.
Suggestione non intesa come subordinazione individuale della psiche, ma come semplice fascino che deriva da uno spettacolo naturale, o da un’opera d’arte, o semplicemente dall’emozione che suscita una creazione poetica.
La poesia è la forma d’arte per eccellenza, il cui mezzo espressivo è il verbo.
Un poeta è una personalità che rivela un insieme sorprendentemente ricco di idee, di fantasia, di scelte e comportamenti singolari, derivati da una tematica liberamente espressa che è il frutto di una creazione, capace di assumere un valore universale.
È insito nell’uomo quel sentimento di provvisorietà, di solitudine, di estraneità che lo porta alla ricerca delle origini, all’inconsapevole miraggio della felicità. Con la poesia, esso riesce a esprimere il proprio mondo interiore, a interpretare la realtà riuscendo a comunicare con l’universo, a scavare nel profondo della sua anima; le dà il potere di emanciparsi e le dona le ali della libertà. La poesia deve essere l’idea di una ricerca costante, aperta sugli spazi infiniti, caratterizzata da un mimetismo che, a volte, può essere anche malizioso, ma schermato dalla serietà e dalla profonda sensibilità che suggerisce il rispetto verso la sacralità della vita.
Nella creazione letteraria, nella condizione dell’inquietudine, della passione, della malinconia, dello sgomento, si intravvede la fragile bellezza dell’amore, la labile avventura dell’esistenza: un messaggio da raccogliere per gettare le basi, per formare una società intellettuale in cui la scienza, la filosofia, la letteratura, la medicina trovino lo stimolo a un appassionato lavoro di un condiviso arricchimento culturale; mentre la musica e la poesia sono appannaggio di menti votate alla libera creatività espressiva.
Nella poesia rinascimentale, nella poesia ermetica, si può leggere lo scorrere delle stagioni nelle vicissitudini degli uomini, sempre alla ricerca di “quell’infinito” immaginario e con esso librarsi nello spazio: il suono della parola si contrappone al silenzio depositato nel profondo del proprio ego; quando essi sentono il desiderio di un dialogo che li porti alle “morte stagioni”, i loro sogni gli schiudono le porte su un mondo meraviglioso.
Con l’invecchiamento e la morte di una lingua, è inevitabile il perire di una civiltà. Dobbiamo andare alla ricerca di una possibile speranza al centro della storia stessa; cercando nel segno della continuità, si può far luce anche sul mistero che si cela in una nuvola. Non possiamo mandare in esilio i pensieri, schiacciandoli e facendoli marcire: senza di essi non potremmo attingere nulla dal forziere della vita; soltanto nel valore della libera parola c’è lo sviluppo storico della poesia.
La poesia è un veicolo di alta spiritualità, è una strada irta di difficoltà, ma è l’unica che insegni l’amore, quello vero. Essa è il solco della nostra vita, nel quale possiamo seminare la libertà, la speranza, l’altruismo, il coraggio e la pace.
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