Curarsi con i libri – rimedi letterari per ogni malanno
di Daniela Marras
Curarsi con i libri – rimedi letterari per ogni malanno, Ella Berthoud e Susan Elederkin, Sellerio editore.
Come recita la nota all'edizione italiana, “Curarsi con i libri è un piccolo esperimento. Esce contemporaneamente in vari Paesi d'Europa, in ognuno con una sua edizione e un suo curatore. Si rivolge ai lettori, ai bibliotecari, ai librai di tutto il continente, perché, in definitiva il romanzo è il primo e più riuscito esempio di globalizzazione.” L'esperimento della casa editrice italiana continua anche on line, come si può verificare visitando il sito www.sellerio.it.
Sulla natura sperimentale di questa opera nulla da eccepire. Sulla sua dichiarata “piccolezza” sorgono dei dubbi.
L'opera delle due autrici britanniche, nella versione italiana curata da Fabio Stassi, conta infatti seicentotrentasette pagine compresi gli indici: e questa è già una prova di non “piccolezza”. Se poi si passa a leggere l'introduzione delle autrici, si scopre che esse hanno “spulciato duemila anni di letteratura in cerca delle menti più brillanti e delle letture più ricostituenti, da Apuleio, che nel II secolo scrisse L'asino d'oro, ai tonici contemporanei di Ali Smith e Jonathan Franzen.”: è quindi senz'altro un eccesso di modestia, magari con una punta di ironia, qualificare Curarsi con i libri come un “piccolo” esperimento.
Si comprende già dal titolo che l'opera in oggetto non è un romanzo. Come dicono le autrici “questo libro è un manuale di medicina – con qualche differenza”: la prima è che esso “non discrimina tra i dolori del corpo e i dolori del cuore”; la seconda è che “i farmaci... non si trovano in farmacia quanto in libreria, in biblioteca oppure sul proprio lettore di e-book.”. Ebbene sì, si tratta di un prontuario di “biblioterapia”: non un romanzo quindi, come già detto, ma un meta-romanzo, un romanzo su romanzi, come direbbe un esperto dei livelli del linguaggio.
Infatti, come dicono le autrici, per qualunque tipo di disturbo, fisico o mentale, del corpo o dello spirito, la “ricetta è semplice: un romanzo (o più d'uno) da leggere a intervalli regolari.”
I disturbi sono elencati in ordine alfabetico insieme ai relativi rimedi (romanzi, ovviamente, individuati con titolo e autore) a partire dalla “A” di “Abbandono” fino alla “X” di “Xenofobia”: la successione è, ogni tanto interrotta da un elenco di libri per i “disturbi della lettura” (come ad es. “Acquisto di libri, compulsivo” o “Leggere invece di vivere, tendenza a” ma anche “Vivere invece di leggere, tendenza a” e ancora “Sopraffatti dalla quantità di libri al mondo, sentirsi” e via dicendo) e dai “dieci migliori romanzi”, “per adolescenti”, “per sembrare colti”, “da leggere al gabinetto”, “per quei certi giorni”, “per curare la Wanderlust”, “per curare la Xenofobia” e tanti altri...
Già da queste righe, si intuisce che l'opera è di un certo spessore (non solo materiale) e che è stata concepita in Gran Bretagna e adattata per l'Italia (in questo caso) con sapiente ironia e arguzia. Fabio Stassi avverte che “curare l'edizione italiana... è stato un divertimento e un gioco ma anche un'opportunità per riflettere” sui mali della nostra nazione, in cui “più che da altre parti il romanzo è un occhio meccanico senza reticenze che traccia una radiografia impietosa della nostra penisola, un dizionario tutto italiano di quello che siamo. Una specie di gigantesca tac del carattere nazionale”: mali quindi da cominciare a curare... magari facendosi “contagiare dalla lettura”... di romanzi appunto.
E così se per il disturbo della lettura “Amnesia” la cura suggerita è “Tenere un diario delle proprie letture” e “anche riassumere la trama in una riga, purché... efficace: UOMO UCCIDE TITOLARE DI BANCO DI PEGNI, SEGUONO CINQUECENTO PAGINE DI SENSO DI COLPA, per esempio”, subito dopo segue la voce “Amputazione” che rimanda alla voce “Arto, perdita di un” per passare con nonchalance alla voce, o meglio al disturbo, “Anale, ritenzione” il cui rimedio è “Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, Laurence Sterne” voce che evidentemente riveste una certa importanza visto che ad essa si rimanda anche per i disturbi “Maniaci del controllo, essere”, “Noiosi, essere”, “Organizzati, essere troppo” e anche “Perfezionismo”.
Non si tema di non trovare il proprio disturbo in questo prontuario: spesso, se c'è un disturbo, si trova anche il disturbo antitetico: per esempio, c'è la voce “Matrimonio” e anche l'antitetico “Single, essere”; c'è la voce “Costipazione” e anche la voce “Diarrea” e così ancora “Ambizione eccessiva” e “Ambizione scarsa”, “Bullismo, essere vittima di” e “Bullo, fare il”, “Fiducia, eccesso di” e “Fiducia, perdita di”, “Sesso, fare troppo” e “Sesso, fare troppo poco”, “Vicini, avere dei” e “Vicini, non avere dei”.
Voci e disturbi spensierati come “Andare dietro a una donna, anche se è una suora”, “Cravatta, macchiata”, “Tè, incapacità di trovare una buona tazza di” etc., per quanto da prendere più o meno seriamente, si alternano a voci e disturbi senz'altro di diversa gravità come “Cancro”, “Cancro, occuparsi di una persona malata di”, “Depressione”, “Depressione economica” e via dicendo.
E, se scopriamo che Il buio oltre la siepe di Harper Lee, oltre ad essere incluso tra “I dieci migliori romanzi per curare la xenofobia”, viene indicato anche come rimedio per i disturbi “Genitore single, essere un” e “Vigliaccheria”, e che Uno, nessuno e centomila – romanzo a cui ricorrere per il disturbo “Naso, odio per il proprio” - è anche “un farmaco generico che può tornare utile in molte occasioni (v. Identità, crisi di; Personalità, sdoppiamento della)”, scopriamo pure che per il “Raffreddore comune”, ahimè, “non esiste una cura... Ma è un'ottima scusa per avvolgersi in una coperta insieme alla borsa dell'acqua calda e a un romanzo che possa darci un po' di sollievo”: seguono “I dieci migliori romanzi per quando si ha il raffreddore”.
Ebbene, chi ama leggere, chi ama i libri, chi ama i romanzi in particolare, trova in quest'opera, eccellente per i suggerimenti, i rinvii, le citazioni, le trame riportate senza svelare troppo, un meta-romanzo che si lascia consumare come un thriller avvincente di cui si vuole scoprire il seguito, seguito che prosegue anche dopo aver finito di leggerlo, sia perché sarà impossibile non cogliere i vari inviti alla lettura sia per l'apprezzabile iniziativa on line sopra citata della casa editrice Sellerio. Buona meta-lettura!
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